mercoledì 4 novembre 2015

La Certosa di Parma


Il romanzo in questione è stato scritto da Stendhal e, secondo la tradizione, fu composto nella Ville Lumière nell'arco di poco più d'un mese. Si dice inoltre che lo scrittore avesse dato ordine al suo domestico di allontanare qualsivoglia visitatore al fine di non disturbare e rischiare di far perdere la forte ispirazione che l'aveva colpito.
'Il signore è a caccia!' queste le parole che Stendhal si dice avesse comunicato, attraverso il suo magiordomo, a chiunque lo cercasse.
Il risultato di questa segregazione
volontaria fu poi strabiliante e ancora oggi lo si può apprezzare leggendo il lungo romanzo dell'autore francese.


IL LIBRO - La Certosa di Parma si divide in due parti principali denominate 'Libro Primo' e 'Libro secondo' che narrano le due periodi ben distinti della vita di Fabrizio Del Dongo. L'ardore giovanile caratterizza il 'Libro Primo' con Fabrizio che si unisce alle truppe napoleoniche nelle ultime campagne del governo dei 100 giorni fino alla disfatta di Waterloo. Il giovane Del Dongo entra nelle file dell'esercito in modo piuttosto rocambolesco soprattutto per via del fatto che fosse italiano e non avesse ancora l'età per arruolarsi.
Con documenti  falsi si avvicina dunque alle truppe e riesce abilmente a guadagnare la fiducia di alcuni personaggi di rilievo in quel momento. Tuttavia l'entusiasmo di Fabrizio viene stroncato subitamente a causa delle atrocità che la guerra comporta, solo una donna che segue l'esercito con un carretto/emporio prende il giovane sotto la sua ala e tenta di proteggerlo in ogni modo dall'orrore delle baionette e dei cannoni. Dopo questa apertura politica e bellicosa insorge quello che sarà poi il file rouge per tutto il romanzo: l'amore.
Infatti Fabrizio, al rientro a casa sul Grianta, ha il suo primo incontro, quasi superficiale con Clelia Conti ma il deus ex machina della situazione è la contessa Pietranera, sua zia e innamorata segreta. Con l'aiuto della donna infatti il giovane del Dongo riesce a divenire monsignore e decide di raggiungere Parma seguendo la zia e il suo spasimante: il Conte Mosca che poi si rivelerà essere un uomo così innamorato che accetterà ogni colpo di testa da parte della sua amata.

Nonostante la sua 'vocazione' manca ancora qualcosa all'anima di Fabrizio che resta mossa dalla ricerca spasmodica dell'amore. Un primo barlume di questa potente forza lo si ha nel momento in cui incontra, in un piccolo teatro itinerante la giovane Marietta Valserra che ferma un po' il volo del novello Don Giovanni. Frena dunque il suo volo di fiore in fiore ma un inconveniente impedisce, in un primo momento, a Fabrizio di trovare la soddisfazione e lo fa precipitare in un lungo turbinio di situazioni e complicanze. In una colluttazione infatti il monsignore colpisce a morte un certo Giletti, protettore di Marietta e della madre. Comincia quindi un altro periodo di latitanza per Fabrizio, periodo che lo porta a Bologna sotto mentite spoglie e dove incontra di nuovo la sua amata Marietta della quale diviene rapidamente amante.

Sempre a Bologna incontra un'altra cantante, Fausta e mentre medita di giacere con lei viene arrestato e portato nella cittadella di Parma. Comincia così il 'Libro Secondo' e da subito si verifica un evento sì forte che influenza il resto del racconto: il secondo incontro con Clelia Conti. Emergono qui alcuni elementi fondamentali di quelli teorizzati da Barthes nei suoi 'Frammenti di un discorso amoroso'. Si nota quindi l'incontro tra gli occhi, il pudore che insorge tra i due amanti i quali paradossalmente si rendono conto comunque di essersi già visti e conosciuti in passato. Solo così può prendere avvio la lotta volta all'amore, la comunicazione interrotta e difficoltosa, la lontananza, e la paura da parte di Clelia di tradire la sua famiglia.
Clelia è qui una sorta di Medea che comincia a pronosticare il proprio futuro sperando, al contempo, di salvare se stessa, Fabrizio e la propria famiglia. Tutto però sembra tendere ad una sola conclusione: l'ingresso in convento della giovane o il suo matrimonio con il marchese Crescenzi.
Rocambolescamente Fabrizio sarà poi fatto fuggire dalla cittadella parmense dove poi tornerà in futuro per cercare di riallacciare i suoi rapporti con la stessa Clelia ormai sposa di Crescenzi.

CONCLUSIONI - Un romanzo storico e avvincente dunque quello che trasporta il lettore tra la Francia, Parma, Bologna e tutta la Pianura Padana. Ogni personaggio è mosso da un sentimento così forte da muovere intere città e interi eserciti crea sotterfugi e inganni volti tutti a raggiungere il solo scopo che prefissa l'amore. Un ecosistema che vive di sentimenti nobili e profondi anche se rappresenta uno spaccato reale della vita tra sette e ottocento.
Chiudiamo con una citazione nella quale Stendhal non fa che racchiudere in toto il significato del proprio romanzo:
"Pensa più l'amante a come arrivare all'amata che il marito a sorvegliar la moglie; pensa più il prigioniero alla fuga che il carceriere a chiuder la porta; dunque, quali che sian gli ostacoli, l'amante e il prigioniero l'avranno vinta."

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